Mostra realizzata in collaborazione con l'Associazione Antonio Ciseri 2021 in occasione del Bicentenario della nascita di Antonio Ciseri

«Copiare il vero, sempre il vero, senza preconcetti, soleva dire, questo è il fondamento dell'arte.»
Giacomo Martinetti, allievo di Antonio Ciseri, "Commemorazione del Comm. Prof. Antonio Ciseri", 1892

In occasione del Bicentenario della nascita del pittore Antonio Ciseri (1821-1891), nella suggestiva cornice del salone del Museo Castello San Materno di Ascona, si possono ammirare cinque significativi ritratti realizzati dal Ciseri tra il 1875 e il 1889, provenienti da collezioni private ticinesi.

Nell'opera di Antonio Ciseri la ritrattistica è un genere fondamentale, grazie al quale il pittore acquista notorietà a livello europeo, quando ancora questo genere era ritenuto minore rispetto alla rappresentazione di soggetti sacri e storici. Sono documentati almeno trecento ritratti realizzati dall'artista, ma secondo alcune fonti la cifra potrebbe addirittura arrivare a cinquecento. Fin da giovanissimo Ciseri si cimenta nella ritrattistica, ponendo valore soprattutto sulla somiglianza, servendosi a volte di fotografie della persona in posa, prediligendo però il ritratto dal vero. In alcuni ritratti giovanili è presente uno sfondo naturalistico, ma - come dimostrano anche le tele esposte- il pittore si volgerà in seguito verso degli sfondi neutri, spesso molto scuri, per dare risalto unicamente ai volti ritratti. Negli ultimi decenni dell'Ottocento, quando la sua fama di pittore di soggetti religiosi e storici è ormai affermata, l'attività di Ciseri nel campo della ritrattistica non fa che intensificarsi; infatti, le numerose richieste portano l'artista a occuparsi in parallelo di più dipinti.

In mostra viene dato particolare rilievo al Ritratto di Felice Ciantelli del 1875, nel quale si nota la resa minuziosa di alcuni dettagli, quali il pizzo bianco e nero lungo i bordi dell'abito e i gioielli d'oro indossati dalla donna, i quali riprendono lo sfondo dorato, in un contrasto particolarmente riuscito con l'abito nero che la avvolge e che a uno sguardo ravvicinato si rivela non privo di dettagli. La misteriosa figura femminile - secondo la critica, infatti, non è possibile attestarne completamente l'identità - mantiene una certa riservatezza nonostante il suo sguardo sia orientato direttamente verso l'osservatore. I ritratti di Ciseri propongono sovente "volti quieti e immobili, indagati però con sottile ricerca introspettiva" senza accentuarne oltremodo la carica emotiva. Queste caratteristiche si ritrovano anche nel delicato Ritratto di Alfredo Boattini del 1878, le cui pennellate vibranti colgono lo spirito del giovane in procinto di diventare avvocato.

I tre ritratti rimanenti sono tutti ritratti maschili, nei quali le figure non si stagliano in modo netto sullo sfondo come quelle dei ritratti citati, ma emergono a malapena da esso, vista la mancanza di contrasto tra il colore scuro dei loro abiti e quello molto simile dello sfondo. In questo modo viene dato particolare risalto ai volti, due dei quali "importanti volti della Firenze postunitaria: il chimico Enrico Buonamici del 1887, e il senatore Enrico Poggi" del 1889. Il terzo è il Ritratto di Gino Capponi (post 1876), che rientra nello stesso contesto storico, essendo stato anch'egli senatore, dapprima dello stato toscano e dal 1860, come Poggi, senatore del Regno.

La mostra è inoltre uno spazio esclusivo di scoperta e studio per alcune classi di prima liceo del Collegio Papio di Ascona che, in collaborazione con il FAI Swiss, fondazione associata al FAI-Fondo Ambiente Italiano, nel contesto del progetto «Apprendisti Ciceroni®», lavorano sul tema del ritratto.

A complemento dell'intero progetto dedicato al bicentenario dell'artista, la mostra è accompagnata dal documentario di Adriano Kestenholz AC PINXIT.

Per maggiori informazioni riguardo a tutte le attività relative al bicentenario: antoniociseri.ch